Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
Italo Calvino – Lezioni Americane (Molteplicità)
Psicologa Iria Barbiè
Mi chiamo Iria Barbiè e sono una psicologa psicoterapeuta formata presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale dell’Associazione Culturale Episteme, sede torinese del Centro Milanese di Terapia della Famiglia.
Lavoro da quindici anni in ambito psichiatrico svolgendo attività di progettazione e realizzazione di interventi rivolti all’utenza psichiatrica, ma orientati anche alla prevenzione del disagio ed alla promozione del benessere psicologico, con progetti destinati ad adulti e minori.

Collaboro sin da quand’ero studentessa universitaria con l’associazione Casa Bordino – Centro di ricerca ed Intervento sul disagio psichico (www.casabordino.org), prima come volontaria e poi come libera professionista, attualmente sono la coordinatrice dell’equipe di lavoro.
Collaboro inoltre con l’Associazione Il Bandolo (www.ilbandolo.org) con progetti di educazione alla cittadinanza consapevole rivolti agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e all’interno del progetto Orizzonti, che si occupa di fornire sostegno psicologico a persone che si trovano in condizioni di crisi occupazionale.
Svolgo l’attività clinica privata presso il mio studio, dove svolgo attività di consulenza, terapia individuale, di coppia e familiare.
In ultimo opero in ambito formativo, in qualità di didatta presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale dell’Associazione Episteme di Torino.
“Presentazione semiseria”
Il mio nome è Iria Barbiè, metà piemontese e metà friulana, vivo la mia vita a Torino dove mi ritrovo alle prese con la precarietà della vita e con le gioie e i dolori che la quotidianità mi riserva.
Nata nei gloriosi anni Settanta, ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza a cavallo tra gli effimeri anni Ottanta e gli incerti Novanta ed ora sto a galla nella liquidità della società post moderna.
Se c’è una cosa che non ho mai smesso di fare nella vita è studiare, continuano a stupirmi la voracità con cui mi lancio nella lettura e l’attenzione minuziosa che metto nello scegliere i quaderni per gli appunti, entro in uno stato di trance da cui esco solo quando ho soddisfatto, almeno in parte, la curiosità.
La mia però non è soltanto una vita di speculazioni filosofiche, faccio infatti del mio meglio per guadagnarmi da vivere facendo la psicologa e la psicoterapeuta.
Filo rosso della mia esistenza è un’irrequietezza “amica” che mi accompagna fedele da sempre.
Ho imparato ad ascoltarla e talvolta a farla tacere, ma trovo che comunque abbia sempre qualcosa di interessante da mostrarmi.
Alle radici preferisco le strade, così come scrive Maalouf, “le radici affondano nel suolo, si contorcono nel fango e si sviluppano nelle tenebre. Trattengono l’albero prigioniero da quando nasce (…). Al contrario degli alberi, le strade non spuntano dal suolo a caso, dove germoglia un seme.
Come noi, hanno un origine. Un’origine illusoria, poiché le strade non hanno mai una partenza reale.
Prima di quella curva ce n’era già un’altra; e prima di questa un’altra ancora. L’origine diventa irreperibile, giacché, a ogni incrocio si incontrano nuove strade che hanno altre origini”.
E la strada è anche il luogo che accoglie i momenti di gioia, le soddisfazioni e le fatiche, i rancori e i dolori. E’ sulla strada che corro ed è sulla strada che mi metto in viaggio.